Fa' la cosa giusta - Spike Lee
Fa' la cosa giusta - Spike Lee - 1989 - 120'
Probabilmente il miglior film di Spike Lee, di certo il più sentito, il più necessario, quello in cui fa meno sconti a se stesso, anche nella tecnica.
Spike Lee è un provocatore, lo sa, e quando della provocazione riesce a fare non solo una cifra stilistica ma un sistema di pensiero aperto, sforna film come questo. Fa' la cosa giusta è programmaticamente (apparentemente) sporco, sembra perdersi dietro ai personaggi, ai dialoghi e di questa rincorsa nel quartiere fa la sua missione, perché Fa' la cosa giusta è evidentemente un film con una missione, un film didattico si potrebbe addirittura dire.
Più di tutto Spike Lee ha un intento divulgativo, esplicativo, disvelatore. Non è importante l'idea di base, semplicemente perché l'idea di base, come in tutti i film che in realtà si propongono di svelare una parte di mondo e una porzione di umanità, è banale, pretestuosa e soprattutto efficace. L'idea serve a raccontare, con la maggiore libertà possibile, le vite che si è scelto di raccontare. La giornata più calda dell'anno fa esplodere tensioni già esplose. La giornata più calda è fuori tempo e non ha collocazione perché è sempre la giornata più calda.
Il colpo di genio di Spike Lee è stato di non fare un film sulla realtà, ma sulla percezione della realtà. Il razzismo non è niente, praticamente non esiste, se non si racconta la percezione che i protagonisti delle storie hanno di se stessi e del mondo.
È il primo film stilisticamente maturo di Spike Lee, che pure è all'inizio della carriera, e girerà successivamente anche dei film onestamente bruttini. Fa' la cosa giusta è un capolavoro, è uno dei film che bisogna aver visto almeno una volta. In un impianto narrativo classico e il più funzionale possibile al tema, Lee inserisce una serie di trovate di ripresa, di illuminotecnica e di montaggio che non solo si inseriscono nel tempo in cui il film è stato girato, ma restano a fotografarlo con un grado di aderenza straordinario, rendendo Fa' la cosa giusta un documento storico.
Sia Spike Lee che Fa' la cosa giusta possono vantare delle schede di Wikipedia molto ricche. Vale la pena perderci quei trenta secondi a leggerle. Il film avrebbe dovuto vincere dei premi prestigiosi che non ha vinto, tra cui l'Oscar. La serata di premiazione di quell'anno è entrata nella storia degli Oscar.
È un film da vedere, imprescindibile, anche per chiunque voglia godere un po' più consapevolmente di qualche altro film di Spike Lee; senza aver visto Fa' la cosa giusta non ha senso vedere null'altro.
Stranamente non sono riuscito a trovare la ricchezza di informazioni che mi aspettavo di trovare su internet; c'è Wikipedia e poco altro. Il film invece è da recupare assolutamente. Fondamentale per capire la carriera di Lee e un pezzo d'America non raccontato così spesso.
La fotografia è di Ernest Dickerson, e apre ad alcune innovazioni meritevoli di nota. In ogni caso è una fotografia che si prende dei rischi e non si adagia mai per tutto il film. Lo stesso fa Lee con i movimenti di macchina, che sono già da virtuoso, e con il montaggio, che addirittura gioca su un paio di stacchi che sono formalmente degli errori. Gli attori sono straordinari ma Lee non abusa del loro talento, lasciando poco spazio a gente che sarebbe in grado di istrioneggiare per ore.
Probabilmente il miglior film di Spike Lee, di certo il più sentito, il più necessario, quello in cui fa meno sconti a se stesso, anche nella tecnica.
Spike Lee è un provocatore, lo sa, e quando della provocazione riesce a fare non solo una cifra stilistica ma un sistema di pensiero aperto, sforna film come questo. Fa' la cosa giusta è programmaticamente (apparentemente) sporco, sembra perdersi dietro ai personaggi, ai dialoghi e di questa rincorsa nel quartiere fa la sua missione, perché Fa' la cosa giusta è evidentemente un film con una missione, un film didattico si potrebbe addirittura dire.
Più di tutto Spike Lee ha un intento divulgativo, esplicativo, disvelatore. Non è importante l'idea di base, semplicemente perché l'idea di base, come in tutti i film che in realtà si propongono di svelare una parte di mondo e una porzione di umanità, è banale, pretestuosa e soprattutto efficace. L'idea serve a raccontare, con la maggiore libertà possibile, le vite che si è scelto di raccontare. La giornata più calda dell'anno fa esplodere tensioni già esplose. La giornata più calda è fuori tempo e non ha collocazione perché è sempre la giornata più calda.
Il colpo di genio di Spike Lee è stato di non fare un film sulla realtà, ma sulla percezione della realtà. Il razzismo non è niente, praticamente non esiste, se non si racconta la percezione che i protagonisti delle storie hanno di se stessi e del mondo.
È il primo film stilisticamente maturo di Spike Lee, che pure è all'inizio della carriera, e girerà successivamente anche dei film onestamente bruttini. Fa' la cosa giusta è un capolavoro, è uno dei film che bisogna aver visto almeno una volta. In un impianto narrativo classico e il più funzionale possibile al tema, Lee inserisce una serie di trovate di ripresa, di illuminotecnica e di montaggio che non solo si inseriscono nel tempo in cui il film è stato girato, ma restano a fotografarlo con un grado di aderenza straordinario, rendendo Fa' la cosa giusta un documento storico.
Sia Spike Lee che Fa' la cosa giusta possono vantare delle schede di Wikipedia molto ricche. Vale la pena perderci quei trenta secondi a leggerle. Il film avrebbe dovuto vincere dei premi prestigiosi che non ha vinto, tra cui l'Oscar. La serata di premiazione di quell'anno è entrata nella storia degli Oscar.
È un film da vedere, imprescindibile, anche per chiunque voglia godere un po' più consapevolmente di qualche altro film di Spike Lee; senza aver visto Fa' la cosa giusta non ha senso vedere null'altro.
Stranamente non sono riuscito a trovare la ricchezza di informazioni che mi aspettavo di trovare su internet; c'è Wikipedia e poco altro. Il film invece è da recupare assolutamente. Fondamentale per capire la carriera di Lee e un pezzo d'America non raccontato così spesso.
La fotografia è di Ernest Dickerson, e apre ad alcune innovazioni meritevoli di nota. In ogni caso è una fotografia che si prende dei rischi e non si adagia mai per tutto il film. Lo stesso fa Lee con i movimenti di macchina, che sono già da virtuoso, e con il montaggio, che addirittura gioca su un paio di stacchi che sono formalmente degli errori. Gli attori sono straordinari ma Lee non abusa del loro talento, lasciando poco spazio a gente che sarebbe in grado di istrioneggiare per ore.
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