Contro gli Elio
Il primo maggio non inizia mai la mattina del 1 maggio, inizia sempre qualche tempo prima e già si capisce che primo maggio sarà. Qualche volta si capisce perfino se pioverà o ci sarà il sole quel primo maggio. Questo primo maggio è iniziato con la situazione politica che tutti - cioè quei due che leggono quello che ogni tanto scrivo - conoscete. Si sapeva che sarebbe piovuto.
Poi c'è il concertone, e si dovrebbe parlare dell'unità dei sindacati e di quello che stanno preparando. Delle dimissioni di Cremaschi e di quello che sta succedendo nelle fabbriche e nelle aziende. Ma io parlerò del danno compiuto dagli Elio e le Storie Tese.
Elio e le Storie Tese cominciano a soffrire della sindrome da onnipotenza culturale che ha già colpito primo di loro Benigni, passato nell'arco di una vita da Berlinguer ti voglio bene ai buoni sentimenti in seconda serata Rai; Castellitto, che è bravissimo e molto sexy qualsiasi cosa faccia; dovrei dire Saviano, ma su Saviano, quando avrò letto il nuovo libro, proverò forse a scrivere qualcosa in più. Gli Elio, in sostanza, sono nella condizione in cui gli è permesso di dire e di fare qualsiasi cosa; il pubblico unanime invocherà il genio della musica. La canzone composta per il primo maggio di quest'anno e con il coraggio che gli va riconosciuto è stata puntualmente eseguita in Piazza San Giovanni nel tripudio degli astanti, ha le caratteristiche tipiche delle canzoni degli Elio: è tecnicamente ineccepibile, arguta, cinica, con più di un fondo di verità, guarda la realtà solo da un punto di vista, quello dei musicisti chiusi nel loro mondo armonico. La vita e la politica, il concertone nonostante tutto è ancora politica, hanno bisognodi uno sguardo, anche musicale, diverso per poter essere comprese e descritte. Esattamente come è giusto escludere Fabri Fibra dai musicisti invitati perché è sessista, così è giusto chiedersi quanto di sinistra siano gli Elio e le Storie Tese e quanto è giusto che partecipino, con risalto, al concerto del primo maggio, che è il concerto dei lavoratori e ha una connotazione politica. Il mondo non finisce alla ricchezza musicale, benché se ne giovi. Il mondo e più ancora il mondo dei lavoratori si giovano anche dei Sud Sound System, di Capossela, di Avitabile, di altra musica a me completamente estranea per gusti e abitudini, ma necessaria al rafforzamento dell'identità dei lavoratori. È meritorio il lavoro che fanno gli Elio sulla conoscenza musicale del pubblico medio, ma è del tutto sballato l'approccio che hanno nei confronti della complessità con cui le persone godono della musica ed è strano pensarci visto che della complessità fanno la loro bandiera. Una canzone scritta male può avere e ha un'importanza fondamentale per una persona, per un gruppo di persone, in alcuni momenti addirittura per un popolo. Non elencherò le canzoni e le musiche pessime che hanno formato decine di generazioni. Al prossimo concertone sarei felice di notare più attenzione per tutta la formazione culturale dei lavoratori perché questo è quello che un gruppo di sinistra, come gli Elio sono, dovrebbe fare.
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