Eraserhead - David Lynch

Eraserhead - David Lynch - 1977 - 85'

Ovvero il primo lungometraggio di Lynch, dopo alcuni corti sconosciuti ai più, me compreso, ma che dovrebbero potersi trovare con facilità in un'edizione in dvd della RaroVideo, che costicchia, ma è molto ben fatta. Altrimenti c'è il film da solo. Che è già una scoperta.
In un pomeriggio già di per sè interessante, me lo sono goduto e non ci ho capito nulla. E non è vero che non c'è niente da capire. Evidentemente anch'io, che pure cerco di vedere cose nutrienti, ho bisogno ancora di qualcosa, forse della libertà di sguardo necessaria per un film così. Senza aver capito niente ho sentito le atmosfere del film, che, si avverte subito, hanno qualcosa di familiare. Da lì nasce il disturbo. Ma è un disturbo sopportabile proprio perchè porta, o nasce?, da qualcosa che conosciamo già.


Dal momento che sono un ragazzo sveglio, ho rinunciato del tutto a capire e ho pensato al resto. 
- Jack Nance è un protagonista perfetto. Dal fascicolo allegato al dvd si legge che la lavorazione del film è durata cinque anni. Lynch si dice lui stesso meravigliato che Nance sia riuscito a tenersi in parte per tutto quel tempo. Io mi meraviglio ancora di più a pensare che abbia conservato i costumi di scena. Straordinario. Nance ha poi collaborato spesso con Lynch (vedi Twin Peaks), il quale, va riconosciuto, ha degli amici interessanti.
- Il lavoro sull'audio è mostruoso; crea un sottofondo emotivo costante. E non riesco a trovare modelli cinematografici. Mentre per la fotrografia si può pensare addirittura a Murnau, sicuramente a Bunuel, per la colonna sonora non trovo riferimenti. Ci saranno senz'altro nella video arte, ma è un campo per me davvero inesplorato. E' un film noise, profondamente noise.
- Il tempo è una delle caratteristiche del film che fa la differenza. Non esiste quando si passa da una sequenza all'altra. Invece è dilatato e pesa sul film, quando sembra che qualche personaggio debba prendere una decisione, quando in qualche modo ci si aspetta un'azione che non arriva. 
- Anche senza aver ancora visto il film, conoscevo l'aneddoto secondo cui il film fosse particolarmente amato da Kubrick. Durante la lavorazione di Shining è stato fatto vedere a tutti per favorire l'atmosfera angosciante in fase di ripresa. Posto che sia vero, il film di Kubrick più vicino per gusto e utilizzo delle tecniche a Eraserhead mi sembra sia però 2011 Odissea nello spazio.


Passati un paio di giorni, e approfittando di qualche lettura, ho capito qualcosa in più del film, che adesso dovrei rivedere per confermare o meno queste intuizioni. Ovunque si parla di film senza trama, facendo riferimento alla sequenza irrazionale delle scene tra loro, alla mancanza di uno sviluppo narrativo coerente. In effetti il film è senza trama, ma piuttosto perchè è compresso nel suo inizio. Tutto il film, in questo davvero surrealista, è composto dai pensieri del protagonista, dalle immagini di lui alle prese con il mondo, la famiglia, la paternità. So di azzardare un'interpretazione molto rigida, ma la trama tanto cercata la vedo nella presentazione del personaggio. Il resto è possibilità, paura, desiderio. In questo forse è davvero simile a 2001 Odissea nello spazio; e in questo suona estraneo e familiare.
Lynch si propone di raccontare la vita non solo, non tanto, nel suo sviluppo cronologico, ma in quello emotivo. Lo stesso film avrebbe potuto essere luminoso e felice e sarebbe stato ugualmente rivoluzionario. Perchè racconta la storia da dentro invece che da fuori, con una forza visionaria e un coraggio notevoli. E soprattutto, qui sta la svolta, dando per reale ciò che è immaginario. Il punto non è trovare un posto nella trama alla donna del termosifone; il punto è che quella donna esiste. Sta nel termosifone. 

Lynch ripropone l'annosa questione del posto del cinema nelle arti. Perchè non si capisce il motivo per cui il cinema debba essere realistico e la pittura astratta, la letteratura avere costruzioni enormemente più complesse, la musica ricercare emozioni senza parole. Probabilmente in una recensione bisognerebbe concentrarsi sull'oggetto della recensione stessa, e io ci provo. Ma come si fa a non pensare a Twin Peaks? Cioè al telefilm che ha rivoluzionato completamente l'idea del telefilm. Qualsiasi telefilm venuto dopo fa i conti con Twin Peaks e niente ha mai raggiunto quel livello di ironia, quella inspiegabile compattezza narrativa. In Eraserhead c'è quella stessa volontà registica, poi evolutasi soprattutto tecnologicamente nei film successivi. 
Un paio di cose saltano all'occhio già alla prima visione: Nance è Chaplin degli anni settanta. Anche in questo la colonna sonora caratterizza molto i tratti del personaggio. Se si ripensa alle musiche di Chaplin e ai rumori industriali di Eraserhead, è facile ritrovare la stessa intenzione di creare ambiente e psicologia del personaggio. Lynch si concentra forse più sull'ambiente, ma più probabilmente questo si deve all'evoluzione tecnica e concettuale dell'utilizzo della musica nel cinema. 
Anche quando la fotografia e la messa in scena sono profondamente teatrali, non si avverte mai la teatralizzazione del cinema, ma piuttosto una sensazione di penetrazione nella realtà. Certo una realtà diversa, ma pur sempre realtà. 
Gli oggetti sono portatori di spazi, di verità, di significati nascosti. In questo c'è sicuramente un forte senso visivo, ma è semplice ritrovare anche la volontà di ricerca dell'influenza che l'ambiente ha sull'uomo. Gli oggetti quindi sono natura, sono il paesaggio in cui i personaggi si muovono. 
Alcune scene, ad esempio quella della cena a casa dei genitori di lei, possono sembrare inutilmente provocatorie visivamente. In realtà sono descrittive, come il resto del film, dei sentimenti del protagonista. Proprio la scena della cena, depurata dagli effetti speciali, è assolutamente realistica. 
Lynch ha lavorato cinque anni a questo film, che ha comportato, nonostante il budget da film indipendente, grossi sforzi ecomici e diversi sacrifici. L'idea che poi ne sia venuta una carriera notevole è un pensiero positivo per la sera. Molto, troppo, americano, se si vuole. Ma pur sempre un pensiero positivo. Qualche giorno fa, forse un paio di setttimane, leggo su un quotidiano che Lynch fa fatica da tempo a trovare che finanzi i suoi progetti. Per cui si dedicherà sempre meno al cinema e più spesso ad altre forme d'arte meno costose e soprattutto meno popolari. E questa è la fine del pensiero positivo della sera. Ne arriveranno degli altri. 
Le ultime due foto trovate:



Commenti

Post più popolari