Il futuro del mondo passa da qui - City Veins - Andrea Deaglio

Il futuro del mondo passa da qui - City Veins - Andrea Deaglio - 2010 - 64'


Andrea Deaglio, il regista del film, è un amico, forse un amico mancato visto che non ci vediamo mai, per colpa di nessuno, viviamo in città diverse. Possiamo sintetizzare dicendo: Andrea Deaglio è un amico a distanza.
Quando mi sono trasferito a Torino pensavo di restarci a vivere per molti anni, magari per sempre. Alla fine ci sono rimasto per poco meno di un anno; in questo periodo ho avuto la fortuna di assistere a una giornata di riprese de Il futuro del mondo passa da qui. Non c'è quasi niente di meglio al mondo che entrare, improvvisamente, grazie alla disponibilità di qualcuno, in un universo che non si conosce. Quella giornata caldissima e la scoperta di tutto quello che chi vorrà potrà trovare nel film, molto meglio di come possa raccontarlo io, mi sono rimaste nel cuore.


Ultimamente ho rivisto il film; per altri motivi mi era tornato alla memoria e ne ho approfittato per prendermi una pausa di un'ora. Come sempre quando si rivede un film ho ritrovato alcune cose che mi avevano colpito e ne ho scoperte di nuove; una prima conferma: il film e il libro sono un unico corpo. A ognuno il metodo di lettura e di visione che preferisce, ma la lettura e la visione guadagnano enormemente l'una dall'altra. È un libro curatissimo, con fotografie splendide e contributi realmente ragionati, utili alla comprensione del film e spesso interessanti di per sé. La seconda conferma è arrivata subito dopo: è un film che lascia intorno a sé amore, attenzione verso le persone. Non c'è giudizio, non ci sono soluzioni, volontà di piegare la realtà a uno schema, non c'è cinismo e non ci sono pregiudizi, di nessun tipo, non c'è niente che non sia osservazione partecipata, sinceramente partecipata. Non si entra in contatto con le persone se non c'è uno scambio emotivo onesto a tutti i livelli. Andrea Deaglio è capace, ha il dono, di riuscire a creare questa fiducia in un tempo ragionevole e in modi che permettono la realizzazione di un film. Una delle cose di cui mi sono reso conto quel giorno è che io non ho quel tipo di capacità e come chiunque vorrebbe qualcosaa che non ha, la vedo chiarissima e la riconosco immediatamente quando mi si presenta davanti. All'invdia appena accennata si sostitusce però subito la meraviglia, perché se è vero che nel film ci sono storie dolorose, è altrettanto vero che c'è vita, persone che vivono la propria esistenza e i film, i documentari, i libri, l'arte, parlano di questo e ci servono per questo, perché raccontano storie di persone, anche quando si tratta di storie dolorose.


Me n'ero accorto anche dalla prima visione, ma avevo sottovalutato questo aspetto; nel film, che pure, ripeto, racconta di esistenze dure, esistono e si fanno vedere con una forza inaspettata, attimi di felicità pura. Non voglio dare anticipazioni, il film si può comprare direttamente dalla Mu Film, insieme agli altri film prodotti. Anche se ormai Il futuro del mondo passa da qui ha circa tre anni, resta un film attuale perché è andato oltre l'attualità. Non c'è nulla che non possa accadere adesso o in qualsiasi altra città del mondo. E la forza di alcune sequenze, probabilmente diverse da spettatore a spettatore, viene proprio dal successo dell'operazione di universalità che il film compie; Torino è riconoscibilissima, esplicitata più di una volta ma ci troviamo nel campo delle interazioni dell'uomo con la natura, con sé stesso e con gli altri uomini.


Qui c'è un'intervista in cui Andrea spiega qualche fase di lavoro del film.
Altre due immagini:





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