I figli della violenza - Luis Bunuel

I figli della violenza - Luis Bunuel - 1950 - 85'

All'improvviso mi sono trovato di fronte a un capolavoro; un film bellissimo, che mi ha fatto piangere e sudare, dove il male non ha confini e l'unica speranza siamo noi. Bellissimo, contrario alle classificazioni più immediate; perché non è un film neorealista, non è un film surrealista, non è un film espressionista, nonostante la gestione delle luci. E' tutte queste cose insieme, e altro ancora. E' un atto di ribellione, di completa ribellione. Chi non l'ha visto deve in qualche modo rimediare.


Di Bunuel si sa tutto, non sarò io ad aggiungere informazioni significative. Per chi non lo conosce; questo film è parte della produzione messicana e in Messico ha avuto diversi problemi con la censura e con il pubblico, che alla prima uscita non l'ha accolto benissimo, faticando molto ad accettare la portata rivoluzionaria della verità filmata. Dopo il successo a Cannes, le nuove proiezioni messicane hanno avuto molto più seguito e comprensione. Los olvidados è uno di quei meravigliosi esempi in cui un film incompreso alla sua uscita, quantomeno dal pubblico, viene riconosciuto come capolavoro dagli artisti, dagli uomini e dalle donne di cultura, che si spendono per fargli avere una seconda vita popolare, per farlo riconoscere da più persone possibile. Esiste un'edizione recente del film in dvd, della Dynit, corredata, si dice così, da un libretto, non si capisce per quale motivo incollato alla terza di copertina, in cui alcuni temi del film vengono approfonditi. C'è una poesia di Prevert, insospettabilmente didascalica, che non mi è piaciuta. Ci sono le riproduzioni di molte locandine originali, un paio di spunti critici. Nel catalogo Dynit, che però è specializzata in manga, c'è praticamente tutto Bunuel. E mi chiedo come sia potuto succedere; per quale motivo nessun altro ha puntato sulla riedizione di Bunuel. Che non venderà tantissimo, siamo d'accordo, ma è pur sempre un autore da catalogo, e da vendite costanti. 

La fotografia, anche, ma aggiungerei soprattutto, in un film così in bilico tra neorealismo e le precedenti esperienze surrealiste di Bunuel, ha un'importanza notevolissima. E Gabriel Figueroa costruisce un'ambientazione polverosa e onirica, in cui Città del Messico è un limbo di povertà. Non sapevo nulla di Figueroa, che invece è stato tra i più importanti collaboratori di Bunuel. All'indirizzo gabrielfigueroa.net trovate il suo sito personale, anche in inglese. Su Wikipedia in italiano c'è praticamente solo la filmografia. Tuttavia, il punto di forza del film, nonostante un budget da film neorealista messicano, non è la tecnica fotografica, né si possono individuare come tali le facce straordinarie degli interpreti, i ragazzi tutti attori non professionisti. Come al solito un film riesce o non riesce quando c'è coraggio, quando a dispetto di tutto si cerca di raccontare la propria verità. Ci sono delle ingenuità anche in Los olvidados, e la componente psicanalitica è davvero troppo marcata e schematica, quasi fastidiosa. Così come un certo tono paternalistico in alcuni momenti del film. Ma tutto è talmente onesto e indignato, coraggioso e pronto alla lotta, che non ci si fa caso. Raramente ho partecipato emotivamente così tanto durante la visione di un film. 
Ci sono alcune professioni, alcuni ruoli che sono fatti per restare in ombra. E troppo spesso ci si dimentica che il cinema è l'arte più collettiva a disposizione dell'umanità. Che un film nasce, inevitabilmente, da un gruppo, più o meno numeroso, di persone diverse tra loro. Questo per dire che produrre, in Messico, nel 1950, Los olvidados, non dev'essere stato uno scherzo. Il produttore è Oscar Dancigers. Nella già citata edizione Dynit, tra gli extra c'è un finale alternativo, più accomodante, che però non ho ancora visto. Lo cito solo per rendere l'idea del clima di lavoro, dei problemi che possono aver incontrato Bunuel e Dancigers. Praticamente l'unica concessione alle istituzioni messicane è il prologo. Una cosa del genere, non è giusto sottovalutarla, rappresenta un'enorme vittoria culturale. 
Su Sentieri Selvaggi, ma vagando in internet, di questo film si parla molto, ho trovato queste due pagine, che vi ripropongo:

L'ultima foto interessante che ho trovato, e che rimanda a una scena bellissima e crudele. 


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